GLI OROLOGI ELETTRICI



Il sistema era costituito da quattro quadranti disposti in punti diversi della città, le cui sfere erano mosse da un dispositivo elettromagnetico attivato da impulsi elettrici che venivano inviati ogni mezzo minuto dall’orologio motore.

Questo non era altro che un normale orologio a pendolo collegato ad un sistema di interruttori al mercurio, che chiudevano e aprivano, alternativamente, un circuito elettrico alimentato da una batteria di pile a diaframma regolatore.
Zoom Il meccanismo dell'orologio motore, collocato sul Sedile, come è stato ritrovato nel 1990 (Foto L. Ruggiero)
Ad ogni quadrante era abbinata una suoneria, costituita da due campane percosse da martelli azionati da un dispositivo a cascata di leve, anch’esso comandato elettricamente dall’orologio motore.

Il sistema di orologi elettrici funzionò, con alterne vicende per problemi di manutenzione dagli anni ‘20 in poi, fino al 1937, quando fu gravemente danneggiato, pare, da un fulmine. Anche questo lungo periodo di funzionamento ha costituito un indiscutibile primato.
 
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L'orologio sul Sedile 
Si noti la collocazione nella loggia ad archi: successivamente l'orologio fu spostato sulla sommità dell'edificio.
(foto Spagnolo - Archivio A. Dolce)
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L’orologio della Prefettura

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Pianta della città con la dislocazione degli orologi (M. Di Giulio)

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L'orologio dell'Ospedale 
dello Spirito Santo
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L'orologio del Liceo-Convitto Palmieri
Per le strade del centro storico sono ancora visibili alcune delle mensole su cui erano stesi i fili elettrici che collegavano l'orologio motore ai quadranti periferici.
 

(Foto M. Di Giulio salvo diversa indicazione)
Indice del saggio