L'Osservatorio Meteorologico di Lecce 

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Fu inaugurato il 1 dicembre 1874, senza particolari cerimonie.

Per comprendere come si fosse arrivati a quell'inaugurazione basta leggere le parole con cui il De Simone dedica le sue

Note di Climatologia Salentina "all'amico Dottor Cosimo De Giorgi ":

Il Dottor De Giorgi ritorna tra noi dopo un lungo giro nella Penisola, fatto a spese della sua borsa, quale studio complementare al possesso che or prenderà della Direzione della Specola Meteorologica di Lecce, fondata dal Comizio Agrario, col concorso del Municipio, della Provincia, e del Ministero d'Agricoltura, Industria e Commercio. Bene accolto, stimato da Secchi, Denza, Ragona, Brioschi, Respighi, Scalpellini-Fabri, Meucci, Dorna, Parnisetti ecc., ritorna carico di doni, d'incoraggiamenti, di ammaestramenti, d'esperienza, e di cresciuta fama. E perché la fondazione di tale Specola si deve alla pertinace costanza, colla quale per tre anni ha combattuto per far approvare la sua proposta; e perchè le cose di lui, qui, si cerca di porre in dimenticanza, son venuto nel proposito di pubblicare queste

Note di Climatologia Salentina a memoria del fatto.

L'interno dell'Osservatorio nel 1882

Notizie storiche sulle condizioni climatiche e su fatti meteorologici di particolare importanza per l'area salentina sono reperibili nelle cronache storiche fin dal XV secolo, e sono spesso molto illuminanti circa le condizioni di vita dell'epoca, così strettamente legate agli avvenimenti meteorologici e alle loro conseguenze: siccità, inondazioni, carestie, epidemie, invasioni di cavallette, malattie degli ulivi e così via. Bisogna però arrivare alla fine del XVIII secolo per avere una descrizione in certo qual modo "scientifica" di questi fatti, come nei Discorsi meteorologici campestri compilati dal 1788 al 1797 dall'Abate Giuseppe Maria Giovene per la Terra di Bari, le cui conclusioni l'Autore estende, in verità un pò semplicisticamente, alla Terra d'Otranto.

Solo nei primi anni del 1800 vengono avviate osservazioni strumentali sistematiche ad opera del grande naturalista Oronzo Gabriele Costa, che costituì, prima presso la sua abitazione e poi presso l'Orto Botanico fondato in quegli anni, il primo vero Osservatorio meteorologico, effettuando osservazioni fino al 1824, quando, per motivi politici, egli dovette lasciare Lecce per trasferirsi a Napoli.

Le osservazioni strumentali vennero riprese nel 1871, privatamente, da Cosimo De Giorgi, e continuarono dal 1874 fino ai primi decenni del '900 nell'ambito dell'attività dell'Osservatorio Meteorologico da lui fondato con il contributo di varie istituzioni pubbliche.

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L'Osservatorio era collocato nel Campanile di S. Francesco della Scarpa, a circa 71 m sul livello del mare, ed era dotato degli strumenti più moderni, che, come si legge in un elenco del 1895, comprendevano:

Barometro Fortin,Barografo Richard, Termometro,Termografi Alvergnat, Termografi Tecnomasio, Termometrografo Richard, Termoigrometro a ventilatore, Psicrometro August-Chistoni, Igrometro registratore Richard, Evaporimetro Cantoni, Ozonometro, Pluviometro a vasca esterna, Anemografi Parnisetti a mulinello e a banderuola, Eliofanometro, Nefoscopio di Braun, Sismografo De Giorgi, Tromometro Bertelli-De Rossi, Sismoscopio a verghetta.

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Il Campanile di S.Francesco della Scarpa  

Il sismografo ideato da De Giorgi

 Una pagina dei diari dell'Osservatorio

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Le osservazioni venivano condotte secondo gli standard richiesti dall'Ufficio Centrale di Roma. Quattro volte al giorno, ridotte successivamente a tre (ore 9, 15, 21), venivano letti, dal Direttore o dai collaboratori, gli strumenti e le letture venivano registrate in appositi fogli insieme ad annotazioni sullo stato del cielo, sul vento, sui fenomeni in corso ecc. I dati registrati venivano poi analizzati e controllati dal De Giorgi e quindi utilizzati per la compilazione di tabelle e grafici relativi a più intervalli di tempo (decadi, mesi, anni, decenni), comprendenti anche informazioni di tipo non meteorologico come, per esempio, la mortalità classificata per cause e per censo.

Uno dei numerosi grafici compilati da De Giorgi
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Ogni giorno veniva inviato all’Ufficio Centrale di Meteorologia un telegramma meteorico con i dati registrati alle ore 8 in inverno e alle 7 in estate e quelli relativi alle 21 del giorno precedente.

Ogni dieci anni De Giorgi compilava un'analisi, con dettagliate osservazioni su tutti gli aspetti del clima della Provincia, relativa a tutto il periodo precedente, aumentando quindi ogni volta la significatività statistica delle sue conclusioni.

L'ultima di queste analisi fu pubblicata nel 1915 relativamente al quarantennio 1875-1914 e, come espressamente specificato dall'Autore, rappresentò

"... il mio testamento meteorico sul clima di Lecce che lascio ai miei concittadini e conprovinciali. Gli uomini passano, ma le istituzioni rimangono purchè sieno amorosamente dirette e purchè non manchino ad esse i necessarii sussidi ed incoraggiamenti "

La porta dell'Osservatorio…oggi
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Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale l'attività dell'Osservatorio andò decadendo data l'età avanzata del Fondatore e la mancanza di collaboratori, allontanatisi per gli scarsi mezzi disponibili. Alla morte del De Giorgi, avvenuta il 2 Dicembre 1922, l'interesse per l'Osservatorio venne riproposto alla Comunità Salentina ad opera del Dottor Albino Mannarini, un agronomo che aveva collaborato attivamente con De Giorgi negli ultimi anni della sua vita. Con grande impegno, anche finanziario, il Mannarini rimise in funzione l'Osservatorio (con la denominazione di Osservatorio di Meteorologia e Geodinamica) in una nuova sede, presso l'Orto Botanico, dotandolo anche di nuovi strumenti e di una radio per la ricezione dei segnali orari, riuscendo a suscitare l'interesse del Genio Civile e conducendo osservazioni ancora per vari anni.Il Mannarini avviò anche la pubblicazione dei Quaderni di Climatologia del Salento, analizzando dieci anni (dal 1924 al 1933) di dati anemometrici nel primo fascicolo (del 1934), che pare sia anche stato l'unico pubblicato prima della scomparsa dell'Osservatorio. Con l'eliminazione dell'Orto Botanico, la cui area fu utilizzata per la costruzione di numerosi uffici pubblici, scomparve anche l'Osservatorio Meteorologico dal panorama della Città, e questa volta definitivamente.Dal 1980 il Gruppo di Climatologia dell'Università di Lecce sta svolgendo un assiduo programma di recupero del patrimonio di dati dell'Osservatorio, miracolosamente scampati alla dispersione perché conservati presso la Biblioteca della Camera di Commercio.